In ambito energetico, nel 2022 sono stati rilasciati a livello globale poco più di 117mila brevetti, in crescita del 6,4% sull’anno precedente.
La Cina consolida la sua leadership con 51mila brevetti e un +13,5% rispetto al 2021; recuperano il Giappone (+21,5%) e la Germania (+12,2%), mentre gli Stati Uniti segnano un modesto +0,1%. L’Italia invece continua ad avere una posizione marginale.
Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto annuale sull’innovazione energetica dell’Istituto per la Competitività (I‐Com),“L’innovazione strada maestra per sostenibilità e transizione” (link in basso), presentato ieri 16 luglio a Roma.
In ambito elettrico, l’attività innovativa continua ad essere focalizzata sulle tecnologie di accumulo, le più fiorenti in termini di invenzione, con 61.828 unità di brevetti concessi a livello globale. Seguono per rilevanza il solare fotovoltaico (20.826 unità di brevetti) e l’eolico (11.283). A dominare sulle tecnologie elettriche è ancora una volta la Cina, che occupa la prima posizione in 10 delle 12 tecnologie considerate dal report.
Complessivamente, in Europa, questa tipologia di brevetti è stata trainata da un +12% della Germania, un +70% della Francia e un +38% del Regno Unito. Vi sono solo due famiglie dove il dominio cinese viene meno: le tecnologie termoelettriche e la Carbon capture and storage (Ccs).
Nel confronto, le posizioni degli altri player internazionali appaiono al ribasso e i Paesi europei giocano un ruolo marginale, con l’eccezione della Germania in ambito eolico, che ha concesso il 10% dei brevetti mondiali. Nel 2022 l’Italia ha depositato solo 197 brevetti in campo elettrico, quasi 100 in meno rispetto all’anno precedente.
L’innovazione nella mobilità sostenibile
Nel campo della mobilità sostenibile sono state analizzate le principali tecnologie elettriche applicate ai trasporti, utilizzando lo strumento PatStat dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo). L’analisi si è concentrata su veicoli ibridi e ibridi plug-in, sistemi di accumulo energetico, celle a combustibile per i trasporti e veicoli totalmente elettrici.
Nel 2022, con circa 12.000 brevetti e una quota del 47,2% sul totale della categoria della mobilità elettrificata, i sistemi di accumulo energetico si sono confermati come la tecnologia più dinamica a livello globale.
Dal 2015 al 2022, la brevettazione dei veicoli ibridi ha subìto un rallentamento, mentre si sono registrati significativi aumenti nei settori dei veicoli elettrici (+47,5%), delle stazioni di ricarica (+28,3%) e delle tecnologie a idrogeno (+32,1%), sebbene queste ultime rappresentino ancora solo il 6% del totale.
Primeggia la Cina con 4.340 brevetti depositati, seguita a breve distanza dalla Corea del Sud, che fa rilevare 3.530 brevetti. In Europa, la Germania è l’unico Paese che si avvicina ai leader mondiali, con 1.947.
L’Italia ha depositato solo 85 brevetti nel 2022 rispetto ai 103 del 2015. Nel nostro Paese, tra il 2012 e il 2022, sono stati depositati 957 brevetti, la maggior parte concentrata sui sistemi di accumulo energetico (427 titoli), seguiti dai veicoli ibridi (331), veicoli elettrici (97), stazioni di ricarica (88) e tecnologie a idrogeno (14).
Per quanto riguarda i richiedenti dei brevetti in Italia, il settore della mobilità è dominato quasi esclusivamente dalle imprese. In 10 anni, queste sono state responsabili del 74,3% delle innovazioni, mentre ai singoli individui si deve il 21,7%. Molto ridotto l’apporto delle università e degli enti governativi/no profit.
L’Italia tra competenze mancanti e start-up
Per la prima volta, nel rapporto viene introdotta un’analisi su competenze e formazione specifiche richieste in un mercato del lavoro anch’esso inserito nel contesto della transizione energetica. Nel nostro Paese il possesso di competenze verdi è stato richiesto per più del 75% dei lavori nel 2023.
Nell’arco di un decennio l’incidenza dei laureati STEMA (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica e Architettura) sul totale è aumentata di un solo punto percentuale, passando dal 25% del 2013 al 26% del 2023.
Le lauree “verdi”, che includono ingegneria elettrica, elettronica, energetica, ambientale, industriale e dei materiali, risultano meno attrattive della media, registrando un incremento dell’8% in 10 anni a fronte di una crescita dei laureati totali del 25%.
Un altro aspetto trattato dal rapporto riguarda le start-up innovative, che rappresentano un elemento cruciale per lo sviluppo economico e sociale in Italia e hanno un impatto economico massimo pari a 3,8 miliardi di euro, con il Nord Italia che contribuisce per più del 50% del valore della produzione.
A dicembre 2023, secondo Infocamere, in Italia erano registrate 13.393 start-up: di queste, circa 2.031 nel settore energetico.
Le regioni del Nord Italia ne ospitano oltre 6.600 (il 54,6%), seguite dal Centro con 2.613 e dal Sud con 3.652. Tuttavia, il tasso di crescita è negativo in tutte le aree geografiche: -6,4% al Nord, -15,7% al Centro e -3,3% al Sud.
Dal 2016 al 2021, tutte le macroaree hanno registrato tassi di crescita a doppia cifra, ma nel 2022 il Nord ha avuto per la prima volta una decrescita, con il Centro e il Sud che hanno visto ridursi i propri tassi del 60% e del 65%. Le cause di questa diminuzione includono le tensioni internazionali, l’inflazione e gli alti tassi di interesse, che hanno reso difficile l’accesso ai finanziamenti.
Le start-up energetiche hanno seguito un andamento simile, con una forte crescita iniziale seguita da un rallentamento. In generale, il Sud ha mostrato tassi di crescita superiori grazie alla sua predisposizione geografica per tecnologie come il solare e l’eolico.
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