La prossima settimana si terrà un consiglio generale in Elettricità Futura (EF) per nominare tre “saggi” che dovranno indicare il candidato presidente dell’associazione.
Questo il prossimo step di un percorso avviato a inizio ottobre da otto associati (EP, Cesi, Enel, A2A, Edison, Iren, Sorgenia ed Engie), che hanno chiesto un cambio al vertice di EF.
I tre saggi dovrebbero essere estratti a sorte da una rosa ristretta composta da: Luca Alippi, Ceo EP Produzione; Guido Bortoni, presidente Cesi; Marco Peruzzi, vice presidente Edison; Felice Egidi, presidente Esi; Giuseppe Mastropieri, manager e fondatore di Rea.
Superato questo passaggio si dovrebbe arrivare alla definizione del nome da portare in assemblea, per il voto finale, entro sei settimane.
Un percorso, dunque, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, anche perché lo stesso presidente uscente, Agostino Re Rebaudengo, ieri ha spiegato di voler “arrivare celermente all’elezione del suo successore”.
È quanto si legge in una nota di Elettricità Futura, diffusa dopo l’assemblea tenuta per l’approvazione del bilancio.
Per l’occasione Re Rebaudengo, il cui mandato era stato prorogato di due anni a causa del covid, ha deciso di non dimettersi ma di traghettare l’associazione verso la nuova presidenza.
Negli ultimi anni “abbiamo lavorato per definire un’identità più chiara e un posizionamento più forte di Elettricità Futura”, le parole di Agostino Re Rebaudengo ai soci. “La centralità dell’associazione è stata un importante fattore di richiamo anche per le aziende che negli ultimi anni hanno sentito l’esigenza di associarsi. Anno dopo anno, il numero degli associati e la fiducia riposta sono cresciuti, a riprova della qualità e dell’efficacia del nostro lavoro”.
Quattro anni fa “abbiamo cominciato a predisporre il piano elettrico al 2030, quando l’obiettivo nazionale di sviluppo delle rinnovabili era di soli 40 GW. Oggi, quanto indicato nel nostro Piano, +80 GW al 2030, è un obiettivo normativo che leggiamo nel DM aree idonee”.
Le ragioni dello strappo
A inizio ottobre, le ricostruzioni giornalistiche della vicenda parlavano di una differenza di vedute tra il più “nuclearista” presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il “rinnovabilista” Re Rebaudengo su tempi e modi della transizione energetica.
Va anche tenuto presente, però, che il 9 ottobre si è insediato il nuovo tavolo sul nucleare a Viale delle Astronomie, e che di questo stesso tavolo fa parte proprio il presidente di EF, Agostino Re Rebaudengo.
Da qui la presunta origine di uno strappo che ha portato, tra gli altri, il “100% rinnovabili network” a commentare negativamente la prospettiva di destituzione del presidente.